il giorno prima avevo appena finito di correggere i compiti della mia quinta e li stavo riportando sul registro quando era squillato il telefono. la tua voce. era proprio la tua voce, dopo tanto tempo.
onda – mi avevi detto – ciao onda, vorrei passare un attimo da te… a farti gli auguri.
ero rimasta in silenzio. non riuscivo a dire niente. materializarti così dal nulla dopo tre anni… non mi sembrava possibile.
passo domani nel pomeriggio. sarai a casa?
no, caro alberto, no caro il mio stronzo, no che non sarò a casa. che cosa credi? sarò in giro col mio boy-friend, con il mio nuovo ompagno. anzi non in giro. sarò a casa sua a fare l’amore come tutti i pomeriggi, come tutte le sere, come tutte le notti, come sempre. caro il mio pezzo di merda.
così avrei voluto risponderti e chiudere il telefono. ero invece rimasta in silenzio. ed ora eccoti qui.